Marco Lodola

Nato in Provincia di Pavia nel 1955, Marco Lodola ha studiato all'Accademia di Brera e a quella di Firenze. Negli anni '80 fonda il movimento del Nuovo Futurismo e inizia così una rigogliosa carriera artistica che lo vede protagonista in molteplici esposizioni in ogni parte del mondo (Italia, Pechino, Hong Kong, Singapore, New York ecc...). 
Marco Lodola è un artista di fama internazionale, molto apprezzato dal pubblico per il suo inconfondibile stile Pop che unisce arte, musica, cinema e design. 
Le sue opere ed in particolare le sculture luminose in perspex e neon, si compongono di colori vivaci e di sagome ben definite, riportando i caratteristici soggetti prediletti dall'artista: Pin Up, Vespa, macchine, personaggi dello spettacolo e sport.

Le opere per il Mare Termale Bolognese

Senza titolo

2015

2 mt

Lampadine e plexiglass

Presso uffici amministrativi.

 

È un’opera di luce, che richiama la figura di donna usata anche nel logo del Mare Termale Bolognese e la reinterpreta in una posa flessuosa e dinamica. Il disegno di luci rende ancora più vitale questo tributo alla femminilità attiva rappresentata dall’elemento acqueo.

 

“Marco Lodola ha fallito la sua missione nella vita. Prima di nascere si era prefisso di diventare un grande musicista, con tanti ragazzi che avrebbero vibrato sulle onde della sua musica. Invece si deve accontentare di essere un artista che ha creato solo un suo stile unico.”

(Red Ronnie)

 

“Diavolo di un Marco Lodola! Dopo aver visto le opere di questo Lodola me ne sono innamorato (delle opere, non di Lodola…) e ora sono diventato il suo massimo interprete e portavoce. Ho capito la grandezza di Lodola e del suo “lodolismo” partendo da un concetto basilare e fondamentale nella pittura, nella scultura e nelle arti figurative in genere: “Anche l’occhio vuole la sua parte”. Lodola con le sue sculture meravigliose “cala il secchio dei ricordi con la fune della cultura nel pozzo della fantasia”. Qualche volta si sporge di più. Qualche volta di meno ma nel pozzo non ci cade mai. Ma come fa a non prosciugarlo lui che vi attinge così tanto copiosamente? Diavolo d’un uomo, dove la trovi tutta quella fantasia? .”

(Renzo Arbore)

 

“Ho sempre odiato gli artisti che hanno bisogno del libretto di spiegazioni da affiancare al loro lavoro. Perché, immaginandolo nel tempo, se il libretto va perduto... allo stesso modo trovo innocuo gli artisti che "scandalizzano", usando semplicemente il concetto di morte e religione. Penso sia solo per le menti deboli.”

(Luca Beatrice)

 

“Lodola rema. Rema con forza e con la convinzione che l’innovazione stia in altri materiali, nella luce elettrica e nei led, nell’estetica visiva che sorge dal fumetto e dalla pubblicità, nella forma popolare, nella partecipazione meccanica del metallo, del vetro, delle plastiche e delle gomme alla genesi del progetto. Ma soprattutto crede che l’opera debba vivere in mezzo alla gente, voglia partecipare ad un gioco collettivo. È proprio la leggerezza del gesto, la sua volontaria trasposizione ironica, che la rende ammiccante sin dal primo sguardo.”

(Philippe Daverio)

 

“Lodola ha recuperato, o forse trovato per proprio conto il piacere di un citazionismo quasi involontario, non ostentato, senza nessun interesse ad apparire colto e superbo. E quello che ci fa vedere più di frequente sono i miti dell'inconscio collettivo nell'era mass­mediatica, la musica, il cinema, senza idealizzarli, ma anzi trattandoli in modo divertito e divertente, basta che il tutto si dia sempre come un gioco. Alla fine quello che conta è il piacere dell'effetto, l'immediatezza della comunicazione, il gusto di un'immagine, di uno stile, di un oggetto subito riconoscibili nelle loro componenti fondamentali, come una sigla, un'icona, un "logo", senza altre inutili complicazioni. È questa anche la "popolarità" di Lodola, vocazione anti-intellettualistica a rivolgersi allo stesso pubblico a cui si rivolge il cinema, la televisione, la pubblicità, la musica delle rockstar, ad adeguare i tempi e i modi dell'arte a quelli della vita contemporanea.”

(Vittorio Sgarbi)

 

“Marco Lodola è un artista che – proprio in un’epoca di lugubre raccapriccio come la nostra – ha saputo offrirci un’arte dove emerge anzitutto un’atmosfera di vivace piacevolezza, che vuol dire: varietà dei colori, precisione del tratto, vitalità delle immagini che si lasciano trascinare dall’onda armoniosa del ballo, del gioco, dell’incontro amoroso… e che si esibiscono nei loro rituali, più edonistici che orgiastici.

L’elemento, poi, cha ha reso, e rende ancora più perentorie e suasive le figure di Lodola, è l’incontro con la luce. Con la sua modalità che, da un lato, rende ancora più astratte e emblematiche le sue composizioni; ma che, dall’altro, offre a queste figurazioni quell’assolutezza che cancella ogni particolare superfluo. ”

(Gillo Dorfles)

 




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